Comuni Italiani Curiosità su Verrès. Parliamo di: Vitricium e la Prevostura di Saint Gilles, il castello di Verrès e Ibleto di Challant, il Carnevale storico e Caterina, il Cotonificio Brambilla, le Murasse

Appunti e Curiosità su Verrès

Nonostante i documenti ufficiali e storiografici citino il borgo solo a partire dal XIII secolo, Verrès sorge là dove sorgeva il castrum romano di Vitricium. Dell'epoca romana è da ricordare il ponte (di cui oggi rimangono solo dei resti) che permetteva di superare l'Evancon ed era parte di una importante arteria di comunicazione: la via delle Gallie.

Impulso allo sviluppo dell'area fu dato nel X secolo con la fondazione della Prevostura di Saint Gilles, ente monastico fra i più importanti nella Valle d'Aosta medievale. La collegiata fu voluta, forse, dal Marchese del Monferrato o da Gisella, figlia di Berengaro, re d'Italia. Nei secoli il prevosto riuscì a controllare molte parrocchie fin nelle diocesi di Ivrea e Vercelli. La prevostura fu legata alle dispute ereditarie dei vari rami di casa Challant, che infine si imposero come prevosti, ruolo socialmente ambito e che permetteva di disporre di molti redditi, terre e potere. Il lento ed inesorabile declino finì con la soppressione e la confisca dei demani ecclesiastici realizzata da Napoleone che, in persona, qui soggiornò il 25 maggio del 1800, in occasione della II Campagna d'Italia.

La signoria dei Verrecio, imparentati con i Quart, fino a quando non si estinsero alla fine del trecento, si caratterizzò per una certa liberalità verso i ceti mercantili (Roleto nel 1312 concesse una serie di franchigie e vasti diritti patrimoniali ai cittadini) e un'alta conflittualità verso il vescovo d'Aosta, nei riguardi del quale il figlio di Roleto, Aimoneto, giunse addirittura ad impugnare le armi.

Il castello di Verrès, è il simbolo della cittadina, e domina la valle dall'alto di un promontorio che si affaccia sull'Evançon. Si tratta di un magistrale archetipo di architettura medievale; di possente e tozza mola quadrangolare, snellita dalle eleganti bifore decorate e dal mosso gioco di caditoie e beccatelli che sorregge il tetto, dal quale si poteva far precipitare il fuoco greco, in testa ai nemici che cercavano di assaltare il castello! La rocca, in posizione strategica, controllava le importanti via di comunicazione di fondovalle, come le mulattiere di Challand-Ayas e quella del Mont Carogne; fu voluta nel 1390 da Ibleto di Challant. I barbacani e la cintura muraria sono un'addizione cinquecentesca.

Verrès ambita e femminista. Nel 1437 il conte Francesco, non avendo eredi maschi, decise di contravvenire alla tradizione che negava le eredità alle figlie femmine, nominando eredi Caterina e Margherita. Iniziò così una dura lotta legale, ma non solo, che vide in campo le figlie contro altri familiari maschi ed il Duca di Savoia, che alla luce dell'estinzione di quel ramo, riteneva che i feudi dovessero essere da lui incamerati. Caterina soprattutto si dimostrò la più combattiva avendo dalla sua parte i valligiani che la volevano Signora di Verrès. La scena in cui lei viene accolta dalla folla giubilante è ricordata oggi in occasione del Carnevale storico. Alla fine, le figlie di Francesco, persero la lotta ed il borgo venne incamerato dal ramo degli Aymaville.

Occhio al Carnevale storico. Il castello e la cittadina si risvegliano nel medioevo: non vi sarà difficile imbattervi in Caterina di Challant mentre balla e riceve le chiavi urbiche, in occasione dello storico contenzioso per il castello.

Grazie alle ricche risorse idriche della zona, Verrès vide l'insediamento del primo e più grande stabilimento industriale della Val d'Aosta: il Cotonificio Brambilla, attivo dal 1911, raggiunse il massimo della produzione negli anni seguenti, andando incontro ad un rapido declino nel giro di alcune decine di anni. La crisi profonda portò alla chiusura del complesso nel 1971.

Occhio alla Casa dei Pittori Artari. Luigi, all'inizio dell'Ottocento si trasferì qui da Campione; alla sua morte, la tradizione pittorica fu continuata dai figli Alessandro, Antonio ed Augusto, che lavorarono presso il municipio e la cattedrale di Aosta. A Maria Isabella, figlia di Augusto, si devono gli affreschi nella parrocchiale cittadina.

Non perdetevi le Murasse; interessantissima grangia cinquecentesca, fatta costruire dal prevosto Carlo di Challant, con stalla e colombaia cinte da un muro merlato molto pittoresco. Le grange erano delle unità abitative ed amministrative attraverso le quali la chiesa governava e traeva profitto dal proprio demanio; erano delle vere e proprie aziende agrarie dipendenti dall'abbazia. Il complesso storico è oggi sede della biblioteca e dell'ente Comunità Montana dell'Evancon.

Presso i borghi del comune ci sono varie chiese e cappelle degne di menzione: occhio a San Rocco e alla Madonna delle Grazie, piccole e preziose!

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