Comuni Italiani Curiosità su Gorizia. Parliamo di: Il Museo della Grande Guerra, il Castello di Gorizia, Piazza Sant'Antonio e Palazzo dei Baroni Lantieri, Graziadio Isaia Ascoli e Carlo Rubbia, il musetto e brovada e la jota

Appunti e Curiosità su Gorizia

La Contea di Gorizia, intorno al mille, sotto la signoria dei conti palatini, era già un regno multietnico che abbracciava veneto (Treviso e Padova), Trentino, Tirolo e Carinzia. Da sempre terra di confine, sul limes italo sloveno, città asburgica ed, infine, cortina di ferro (come era chiamato il confine con i paesi di area sovietica) Gorizia era detta la Berlino sull'Isonzo, proprio perché tagliata in due e divisa fra Italia e Jugoslavia. Con l'ingresso della Slovenia nell'UE, Gorizia alla fine può ricongiungersi con la sua metà slovena di Nova Goriza e l'ultimo muro d'Europa cade anch'esso.

Gorizia è sede dello struggente Museo della Grande Guerra. La città, infatti, è la principale della zona circostante che, fra Carso e Isonzo, è stata la linea di battaglia durante la prima guerra mondiale fra italiani e austriaci. Durante il Primo conflitto l'Italia, infatti, ha pagato un altissimo tributo di sangue giacché fu una guerra di logoramento, durante la quale i soldati passavano i mesi a guardia di una trincea ed ogni avanzamento territoriale si conquistava con il sacrificio di vite umane. Basti pensare che in quell'occasione gli storici hanno registrato moltissimi inquietanti atti di autolesionismo da parte dei soldati; si rammentino, infine, i bellissimi versi di Ungaretti al fronte, per i quali i soldati sono fragili come le foglie d'inverno.

Di notevole pregio storico artistico è il Castello di Gorizia, eretto tra il 1000 ed il 1300, che vanta interventi di stile veneziano a fianco alla tradizionale architettura militare medievale: occhio al Palazzo dei Conti e al Palazzo degli Stati Provinciali, due degli edifici più belli all'interno della rocca, ricchi di prezioso mobilio d'epoca. La sala dei Cavalieri, invece, ospita una bella collezione di armi medievali, catapulte, arieti e varie macchine da guerra.

Il Duomo, imponente edificio d'impianto quattrocentesco dedicato ai Santi Ilario e Taziano, conserva pregevoli altari barocchi e una grande lapide dedicata a Leonardo, l'ultimo Conte di Gorizia, morto a Lienz il 12 aprile del 1500.

Piazza Sant'Antonio conserva tracce di un ricco colonnato appartenuto al chiostro di una chiesa che si vuole fondata direttamente dal Santo portoghese. Sulla piazza si affacciano alcuni degli edifici civili di maggiore interesse in città, come il Palazzo dei Conti di Strassoldo e il Palazzo dei Baroni Lantieri. Presso quest'ultimo soggiornarono Napoleone, Metastasio, Pio VI, Casanova e Carlo Goldoni, il cui padre era il medico di famiglia.

Goriziani illustri! Graziadio Isaia Ascoli, importantissimo linguista e glottologo dell'ottocento. Egli teorizzò il concetto di unità ladina, ovvero quell'area linguistica retoromanza che si estendeva fra Istria, Friuli e Svizzera, entro la quale individuava - come distinte varianti - il friulano, il ladino e il romancio. Egli elaborò, inoltre, il concetto di sostrato, in base al quale, la lingua culturalmente più importante che s'imponeva sulla parlata autoctona, si trasformava comunque in base a delle caratteristiche morfofonosintattiche, proprie della parlata soccombente: il fenomeno, in pratica, in base al quale il latino si trasformava sempre in un volgare diverso a seconda delle aree dove si diffondeva la cultura di Roma.
Da ricordare anche Carlo Michelsteadter, pittore, poeta, letterato e filosofo, dalla breve vita travagliata e sofferente.
Goriziano è anche il Nobel per la fisica, Carlo Rubbia, autore di importantissimi studi sulla fissione nucleare che ipotizzano una possibilità di utilizzo pacifico e sicuro dell'energia nucleare.

A Gorizia gustate il musetto e brovada ovvero il cotechino con le rape bianche grattugiate e lasciate fermentare nella vinaccia, accompagnate dalle patate in tecia, o un bel piatto di radicchio e fagioli. Come zuppa è immancabile la jota, a base di crauti, fagioli e stinco di maiale; fra i primi, gli gnocchetti con burro fuso, prugne e cannella, tradiscono una forte influenza mitteleuropea. Terminate il pranzo con la gloria della pasticceria locale, la gubana, ed annaffiate tutto col vino Terranno.

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