Comuni Italiani Curiosità su Taranto. Parliamo di: Il Museo Archeologico e gli Ori di Taranto, Livio Andronico e l'Odissea, il citro di San Cataldo e le cozze, i saraceni e l'imperatore bizantino

Appunti e Curiosità su Taranto

Di grandissimo interesse, per tutto quello che concerne il mondo della Magna Grecia, è il Museo Archeologico Nazionale di Taranto. La collezione vanta preziosissimi reperti di oreficeria, i famosi ori di Taranto, un fornitissimo gabinetto numismatico, ricco degli stateri che la zecca tarantina coniò fino alla conquista di Roma, diversi corredi funebri, compresi quelli della nota Tomba dell'Atleta di Taranto, leggenda sportiva dell'antichità e vincitore di 4 olimpiadi nel Pentathlon, e un esaustivo catalogo di ceramiche e vasi.
La produzione ceramica magnogreca dell'area di Taranto, sviluppatasi tra V e III secolo a.C., è particolarmente importante. In Magna Grecia si trasferirono molti artisti dalla madre patria che innovarono il linguaggio pittorico vascolare attraverso l'adozione della tecnica a figure rosse che soppiantò la tradizionale pittura a figure nere. Lo studio delle ceramiche ci ha permesso, inoltre, di ricostruire la vita sociale dei greci di allora.

Taranto è sistemata in una posizione incantevole, con il centro storico alloggiato su un'isola che separa un bacino piccolo, il Mar Piccolo, dal mare vero e proprio, il Mar Grande; nel golfo si stagliano le Isole Cheradi (San Pietro e San Paolo).

Taranto fu una delle città più importanti della Magna Grecia. Fondata da esuli spartani nel 700 a.C., crebbe sgominando le varie civiltà italiche autoctone limitrofe, come i Messapi, i Peucezi e Iapigi; ma lo scontro con i Romani, al termine di una lunghissima e sanguinosissima guerra protrattasi per più di due secoli fra alterne vicende, la vide, infine, soccombente. La città divenne municipium romano, ormai pacificato, nel 89 a.C. Anche se i greci, furono infine piegati militarmente, vinsero dal punto di vista culturale, giacché i romani assorbirono l'arte, la filosofia e la scienza dei greci, ed in particolare dei tarantini Archita, Liside, Aristosseno e Livio Andronico, che fece scoprire ai romani l'epica greca traducendo in latino l'Odissea.

Quanta storia nella chiesa di San Domenico! Sorge su un sito antropizzato già nel neolitico; nel chiostro vi troverete resti di un tempio greco; mentre la chiesa di impianto trecentesco, fra ogive e rosoni gotici esibisce anche delle scalinate barocche.

Il San Cataldo Benedicente, che saluta i viaggiatori dal porto della città, lo ritroverete nella bella cattedrale a lui dedicata, dove riposano i suoi resti, in una sontuosa cappella dalle ardite policromie barocche, considerata da molti un capolavoro assoluto del barocco italiano. Il Santo, irlandese, dopo essere stato ordinato Vescovo da San Patrizio nel V secolo, si reca pellegrino in Terra Santa e, in preghiera sul Santo Sepolcro, la voce del Signore gli dice di recarsi a Taranto, di ritorno dal viaggio, per evangelizzare la città.
Per placare il mare in tempesta a Taranto, appena arrivato, getta un anello miracoloso in mare e placa le acque; da quell'anello ha origine il famoso citro di San Cataldo. I citri sono delle sorgenti sotterranee carsiche di acqua dolce, tipiche della geomorfologia della Puglia e che hanno dato origine alle caratteristiche gravine delle murge, sorta di canyon di calcare. Il più grande e famoso di questi citri, quello di San Cataldo, ha il pregio di ricreare nel mar piccolo, di per sé un mare chiuso, delle condizioni idrobiologiche ideali per le cozze, che di fatti sono rinomate e particolarmente gustose!

Taranto, la città che nacque due volte. Dal 700 d.C. fino al 1000, la città fu presa prima d'assedio, poi conquistata, dai saraceni che la islamizzarono totalmente. Quando Basilio I il Macedone si persuase di riconquistare la città, riducendo i musulmani in cattività, si abbatté nuovamente sull'urbe la rappresaglia berbera del moro Sabir che la rase al suolo. La città venne ricostruita grazie all'intercessione dell'Imperatore bizantino Niceforo II Foca.

Di grandissimo interesse è la necropoli greco-romana e l'ipogeo De Beaumont Bonelli Bellacicco, dal nome del palazzo patrizio che vi si trova in superficie, presso il borgo antico.

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