Comuni Italiani Le origini della regione Toscana, l'evoluzione politica, le vicissitudini, notizie storiche.

Storia Toscana

In Toscana, fin dal 1000 a.C., fiorì la grande civiltà Etrusca, di cui restano importanti testimonianza archeologiche a Volterra, Vetulonia, Murlo e Roselle. Gli Etruschi erano una popolazione proveniente, con tutta probabilità, dall'Anatolia. La loro evoluta organizzazione sociale ed economica ha fatto sì che abbiano largamente influenzato Roma dal punto di vista politico e del costume. All'acme del loro sviluppo, nel V secolo a.C., anche grazie all'alleanza coi Cartaginesi, erano una potenza egemone nel Mediterraneo ed in Italia, giungendo addirittura ad essere re di Roma (la stirpe dei Tarquini). In breve tempo la situazione si rovesciò e furono assoggettati dai romani fra il IV e il III secolo.

Dopo la caduta dell'Impero Romano e le dominazioni gote e bizantine, la Toscana fu in mano longobarda (VI secolo d.C.) con l'istituzione del Ducato della Tuscia, con capitale Lucca, che durerà fino all'arrivo dei Franchi: la Toscana è, così, prima, contea, poi, marca (IX secolo) ed, infine, marchesato, sotto la potente famiglia degli Attoni. Nel XI secolo nelle maggiori città della Tuscia si formarono i liberi comuni. Alla morte di Matilde di Canossa, duchessa di Toscana, la regione passa per legato alla chiesa. L'Imperatore del Sacro Romano Impero, contestando il testamento, dà avvio allo scontro fra guelfi e ghibellini che tanto influenzerà la vita politica dell'Italia in quegli anni; i papi ebbero così la Tuscia meridionale (l'attuale provincia di Viterbo) ed il resto venne ripartito fra le potenti città di Pisa, Arezzo, Firenze, Siena, Lucca e Pistoia.

La sconfitta della repubblica marinara di Pisa nel 1284 per mano genovese segna l'eclissi della città fino ad allora egemone, a vantaggio di Firenze, che accrescerà sempre di più il suo potere regionale sotto la brillante direzione della famiglia dei Medici. Nel 1407 erano rimaste indipendenti solo le repubbliche di Firenze, Lucca e Siena; quest'ultima capitola nel 1555. Nel 1569 Cosimo ottiene il titolo di Granduca. I Medici resteranno al potere fino all'avvento dei Lorena, nella metà del settecento. Unica eccezione alla Toscana unificata in Granducato è Lucca che resterà repubblica indipendente fino al 1799.

Il Granducato, sotto i Lorena, dopo un precedente periodo di stagnazione seguito ai fasti economici del Rinascimento, vive un nuovo periodo fortunato all'insegna del dispotismo illuminato. I Lorena daranno nuovo impulso alla regione attraverso una seria politica di riforme commerciali, sociali ed amministrative. Il Granducato di Toscana abolisce, prima stato nella storia, la pena di morte nel 1786; Firenze è un importante centro dell'illuminismo italiano.

Con la venuta di Napoleone la Toscana vive un momento di crisi e tumulti politici: diviene Regno d'Etruria, poi è affidata ai Borbone di Parma, prima, e alla sorella di Napoleone Elisa, dopo, fino alla restaurazione che vede la regione passare nelle mani di Ferdinando III d'Asburgo.

La regione, sede dell'importante circolo letterario del gabinetto Vieusseux, è infiammata dai moti risorgimentali nel 1848 che mettono in fuga il Granduca Leopoldo II. Il Lorena tornerà poco dopo, ma il nuovo progetto risorgimentale volto all'unificazione per mano di casa Savoia, porterà nuove insurrezioni e ad un governo provvisorio che farà votare a mezzo plebiscito l'annessione al Piemonte nel 1860.

Tra il 1860 e 1865 Firenze è la capitale d'Italia.

La Toscana è stato tragico teatro della lotta di Liberazione (martiri di Campo di Marte); qui si sono registrati alcuni fra i più crudeli e barbari eccidi da parte nazista in Italia, con il massacro di interi villaggi, di donne e bambini (S. Anna di Stazzema).

A partire dal secondo dopoguerra si assiste ad un forte sviluppo agricolo, industriale (Prato), commerciale e dei servizi.

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