Comuni Italiani Curiosità su Vibo Valentia. Parliamo di: Hipponion e le sue mura, il Duomo e le porte di bronzo, Michele Morelli e la carta costituzionale, il Castello e il Museo Archeologico, la Quaresima e le coraisime

Appunti e Curiosità su Vibo Valentia

Appena fuori l'abitato è possibile vedere le mura, lunghe in origine ben sette chilometri, e le rovine dell'antica città greca di Hipponion, come venne ribattezzata Veip dai coloni magnogreci di Locri. La città, insieme a Medma, garantiva a Locri il controllo della Calabria centrale, fin quando Hipponion non riuscì a diventare una polis indipendente e libera. La città così crebbe e guadagnò una certa fortuna, ma venne, infine, sonoramente sconfitta e distrutta da Siracusa nel 442 a.C. per opera di Dionisio II.

Occhio al possente Castello, fatto costruire da Federico II nel 1070, attorno ad una preesistente torre voluta da Ruggero II il Normanno, sul sito dell'acropoli greca, utilizzando vario materiale di spoglio. La fabbrica venne progettata dall'architetto imperiale Matteo Marcofava ed, in seguito, ampliato sotto gli angioini e gli aragonesi. Ospita il Museo Archeologico che conserva i numerosi reperti magnogreci della zona.

Godetevi un panorama mozzafiato dal Parco della Rimembranza. Qui sorgeva il tempio della protettrice dell'antica città magnogreca, Proserpina, poi smantellato per ricavare materiale di risulta utilizzato per edificare la cattedrale normanna nella vicina Mileto.

Il Duomo di San Leoluca (o di Santa Maria Maggiore) ospita un importante trittico cinquecentesco marmoreo di Antonello Gagini, dedicato alla Madonna della Neve: le tre statue della Madonna, della Maddalena e di Giovanni Evangelista hanno attirato una forte devozione popolare in qualità di anime purificate, ed hanno portato la scultura ad essere comunemente appellata come altare delle anime purganti. La chiesa vanta, inoltre, delle belle porte di bronzo moderne opera di Giuseppe Niglia, che narrano la storia della città. La fabbrica venne costruita dall'architetto vibonese Francesco Antonio Curatoli fra il XVII e il XVIII secolo su un posto che aveva visto già due basiliche: una bizantina ed una medievale, poi crollata in occasione di un tremendo terremoto nel 1683.

La chiesa del Rosario è, fra quelle superstiti, la più antica, fondata nel 1280, sulle rovine di un teatro romano, sorto a sua volta sull'odeon greco. Nella bella cappella De Sirica Crispo riposa nel sarcofago, istoriato con giglio angioino, il prode guerriero d'Angiò Domenico De Sirica.

Piazza Garibaldi... non è come le altre piazze dedicate all'eroe dei due mondi nelle altre città italiane! Presso il bel Palazzo Gagliardi (o meglio un'altra preesistente abitazione appartenente al potente marchesato vibonese omonimo) si fermò l'eroe, in occasione della spedizione dei Mille. Occhio anche al Palazzo Murmuro e al Palazzo Gagliardi De Risa.

Patriota vibonese, Michele Morelli, che insieme a Giuseppe Silvati fu protagonista dei moti napoletani del 1820. Morelli e Silvati, facenti parte dell'esercito borbonico, dal presidio di Nola capeggiarono una rivolta dei cadetti democratici e liberali per richiedere una carta costituzionale ottriata, cioè, approvata dal sovrano sul modello della Costituzione spagnola di Cadice, che garantisse garanzie costituzionali e segnasse il definitivo passaggio dalla monarchia assoluta alla monarchia costituzionale. Il modello costituzionale trasforma lo stato in senso democratico. Il re, cessa di essere legibus solutus, regna, ma non governa, in quanto la sovranità viene trasferita alla legge e di convesso ai ceti eleggibili presso le camere. La rivoluzione del patriota vibonese si spezzò per via delle forze restauratrici della Santa Alleanza (santa perché ritenevano che si fosse sovrani per volontà di Dio, non per autonoma scelta del popolo). Morelli e Silvati furono impiccati, continuando a giurare fedeltà ai loro principi democratici e costituzionali.

Magnifiche le due porte superstiti dell'antica cinta urbica: l'Arco Marzano e la Porta Torre del Conte d'Apice. Risalgono addirittura al XII secolo!

Il periodo della Quaresima è molto sentito e scandito da due belle processioni. Si appendono alle finestre con un filo le coraisime, bambole simboleggianti sia l'operosità della donna e la sua importanza nell'economia della famiglia, che la caducità dell'Uomo. Il Venerdì Santo c'è la processione della Desolata (Maria alla ricerca della tomba di Gesù) e domenica la processione dell'Affrontata (la Madonna incontra il Risorto). Assolutamente da non perdere!

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